Home / Blog Posts / Gli SF6: meno invisibili di quanto credi
Dietro le quinte del clima: cosa sono davvero i gas fluorurati e perché dobbiamo smettere di ignorarli
Quando si parla di transizione ecologica, è facile pensare a energie rinnovabili, mobilità elettrica o isolamento termico, ma in pochi sanno che conviviamo da anni con dei gas che giocano un ruolo chiave nel riscaldamento globale: i gas fluorurati, noti anche come F-Gas.
Creati artificialmente per sostituire sostanze nocive per l’ozono, oggi questi gas sono finiti nel mirino delle politiche ambientali europee a causa del loro elevato impatto sul clima.
I tre principali tipi di gas fluorurati
Esistono tre categorie principali di gas fluorurati:
Gli HFC, ad esempio, sono usati come refrigeranti, agenti espandenti per schiume e perfino negli estintori. L’SF6, invece, è il gas fluorurato con il maggiore impatto sull’effetto serra.
Un solo chilo, un grande effetto serra
Tra le caratteristiche più preoccupanti degli F-Gas c’è il GWP, ovvero il Global Warming Potential: un indice che misura quanto un gas riesce a trattenere calore nell’atmosfera rispetto alla CO₂.
Per fare un esempio concreto: il gas R-32, molto usato nei climatizzatori, ha un GWP di circa 650. Ciò significa che un solo chilo equivale, in termini ambientali, a circa 5.000 km percorsi da un’auto a benzina.
Il nuovo regolamento europeo: più severità, più responsabilità
Per frenare le emissioni di questi potenti climalteranti, l’Unione Europea ha approvato il regolamento UE 2024/573, in vigore dall’11 marzo 2024. Una svolta importante che impone nuove regole su contenimento, utilizzo, recupero e distruzione degli F-Gas, con un occhio di riguardo anche alla formazione degli operatori e alla tracciabilità.
Tra le novità principali spicca il divieto dell’uso di SF6 vergine nei commutatori elettrici a partire dal 2035 e una stretta graduale sull’installazione di nuove apparecchiature contenenti gas fluorurati già dal 2026.
Tale regolamento rappresenta un passo deciso verso tecnologie più pulite.
Ci sono delle eccezioni? Sì, ma con regole precise
Il regolamento non è cieco di fronte alle complessità del settore, infatti sono previste deroghe specifiche: per esempio se l’ordine d’acquisto è stato fatto prima dell’entrata in vigore della norma o se l’impianto viene reinstallato in un altro Stato membro.
Attenzione! tutto va documentato e conservato per almeno cinque anni, pronto per essere esibito alle autorità.
Più controlli, meno perdite invisibili
Tra gli obblighi introdotti c’è anche il monitoraggio sistematico delle perdite, soprattutto per le apparecchiature che contengono oltre 20 kg di SF6. In questi casi, saranno necessari sensori di rilevamento e controlli periodici. Le uniche esenti sono quelle che usano meno di 6 kg di gas, sono dotate di sistemi di allarme o hanno tassi di perdita minimi.
Il vero cambiamento parte dalla consapevolezza
I gas fluorurati rappresentano una sfida ambientale ancora troppo poco conosciuta, ma oggi, con regole più chiare e tecnologie alternative sempre più diffuse, abbiamo l’opportunità di fare scelte concrete. Le azioni da mettere in campo sono:
Scegliere soluzioni alternative non è solo una necessità tecnica, ma un vero e proprio atto di responsabilità verso il clima e le future generazioni.
Conoscere il problema è il primo passo. Il secondo è agire. E il momento è adesso.
Siamo lieti di condividere i risultati della nostra partecipazione all
In un mondo che corre verso la neutralità climatica, il fotovoltaico