Per fare un esempio concreto: il gas R-32, molto usato nei climatizzatori, ha un GWP di circa 650. Ciò significa che un solo chilo equivale, in termini ambientali, a circa 5.000 km percorsi da un’auto a benzina.
Il nuovo regolamento europeo: più severità, più responsabilità
Per frenare le emissioni di questi potenti climalteranti, l’Unione Europea ha approvato il regolamento UE 2024/573, in vigore dall’11 marzo 2024. Una svolta importante che impone nuove regole su contenimento, utilizzo, recupero e distruzione degli F-Gas, con un occhio di riguardo anche alla formazione degli operatori e alla tracciabilità.
Tra le novità principali spicca il divieto dell’uso di SF6 vergine nei commutatori elettrici a partire dal 2035 e una stretta graduale sull’installazione di nuove apparecchiature contenenti gas fluorurati già dal 2026.
Tale regolamento rappresenta un passo deciso verso tecnologie più pulite.
Ci sono delle eccezioni? Sì, ma con regole precise
Il regolamento non è cieco di fronte alle complessità del settore, infatti sono previste deroghe specifiche: per esempio se l’ordine d’acquisto è stato fatto prima dell’entrata in vigore della norma o se l’impianto viene reinstallato in un altro Stato membro.
Attenzione! tutto va documentato e conservato per almeno cinque anni, pronto per essere esibito alle autorità.
Più controlli, meno perdite invisibili
Tra gli obblighi introdotti c’è anche il monitoraggio sistematico delle perdite, soprattutto per le apparecchiature che contengono oltre 20 kg di SF6. In questi casi, saranno necessari sensori di rilevamento e controlli periodici. Le uniche esenti sono quelle che usano meno di 6 kg di gas, sono dotate di sistemi di allarme o hanno tassi di perdita minimi.
Il vero cambiamento parte dalla consapevolezza
I gas fluorurati rappresentano una sfida ambientale ancora troppo poco conosciuta, ma oggi, con regole più chiare e tecnologie alternative sempre più diffuse, abbiamo l’opportunità di fare scelte concrete. Le azioni da mettere in campo sono: