In un mondo che corre
verso la neutralità climatica, il fotovoltaico integrato negli edifici,
noto con l’acronimo BIPV (Building Integrated Photovoltaics), si sta
affermando come una delle soluzioni più intelligenti e sostenibili per
ripensare l’energia urbana. A differenza degli impianti fotovoltaici
tradizionali, il BIPV non si “aggiunge” agli edifici, ma diventa parte
dell’architettura, fondendosi con tetti, facciate, finestre e altre
superfici strutturali.
L’idea alla base è
semplice ma rivoluzionaria: trasformare ogni edificio in una mini-centrale
energetica, senza rinunciare al design. In questo modo si raggiunge un duplice
obiettivo, ovvero efficienza energetica ed estetica architettonica,
rendendo invisibile ciò che prima era percepito come un elemento tecnico.
Dal tetto alla
facciata: le nuove frontiere del fotovoltaico architettonicamente integrato
Grazie all’evoluzione
tecnologica, oggi è possibile scegliere tra diverse soluzioni di BIPV
residenziale e commerciale. I moduli fotovoltaici possono essere integrati
direttamente nelle tegole, applicati su facciate ventilate o addirittura
incorporati in vetri trasparenti fotovoltaici, capaci di generare
energia lasciando passare la luce. Non mancano poi le soluzioni per spazi
esterni, come pergole e pensiline solari, che coniugano funzionalità, comfort e
produzione energetica.
Il fotovoltaico
architettonicamente integrato è particolarmente indicato anche per la riqualificazione
energetica degli edifici esistenti, dove rappresenta un’opportunità per
aumentare il valore immobiliare, ridurre l’impatto ambientale e migliorare
l’efficienza energetica senza interventi invasivi.
Perché il BIPV
è una leva strategica per le città smart
Negli ultimi anni, la crisi
climatica e la crescente incertezza geopolitica legata alle fonti fossili
hanno spinto l’Unione Europea a ridefinire le proprie priorità energetiche. Tra
gli obiettivi centrali della nuova strategia c’è la promozione delle energie
rinnovabili negli edifici, l’abbandono dei combustibili fossili, la
spinta verso l’autonomia energetica e la semplificazione normativa
per facilitare l’installazione di impianti FER (Fonti Energetiche Rinnovabili).
Un indicatore
particolarmente utile per valutare la qualità degli impianti è la Riduzione
della Potenziale Produzione Energetica (RPPE). Questo parametro misura
quanto un sistema si discosta dal suo massimo potenziale. Più è bassa la
percentuale di RPPE, più l’impianto è efficiente: un dato che può guidare sia
la progettazione che il monitoraggio degli impianti fotovoltaici integrati.
Come si
progetta un impianto BIPV: equilibrio tra tecnica e design
Progettare un impianto
BIPV è un processo che richiede una visione interdisciplinare.
L’integrazione dei moduli fotovoltaici negli edifici deve infatti tenere
conto fin da subito di aspetti estetici, funzionali, normativi e urbanistici:
· Scelta dei
moduli fotovoltaici integrabili: le norme UNI EN
50583-1:2016 definiscono le condizioni perché un modulo possa essere
considerato realmente “integrato”, cioè quando svolge una funzione edilizia
(copertura, schermatura, protezione) oltre a quella energetica;
· Fase di analisi
del contesto, in cui si valutano le caratteristiche morfologiche
dell’edificio, l’esposizione solare, l’ambiente urbano circostante e le
tecnologie disponibili;
· Scelta dei materiali;
· Definizione delle modalità
di integrazione;
· Calcolo della produzione energetica potenziale.
Tutto questo deve
mantenere una coerenza architettonica, per garantire un equilibrio armonico tra
tecnologia e architettura.
Energia solare
e smart grid: la nuova rete parte da casa
Il BIPV non è solo una
tecnologia edilizia, ma un tassello fondamentale nella costruzione di città
smart e autosufficienti. Grazie alla produzione distribuita, ogni edificio
può trasformarsi in un nodo energetico attivo, contribuendo a una rete
intelligente (smart grid) che ottimizza i flussi tra produzione, consumo e
stoccaggio.
In questo modello, autoproduzione
e autoconsumo energetico diventano le parole d’ordine. L’energia prodotta
può essere usata direttamente all’interno dell’edificio, immagazzinata o
scambiata con la rete. Questo approccio riduce gli sprechi, limita le perdite
di trasmissione e aumenta la resilienza dei sistemi urbani.
Ottimizzare un
impianto BIPV: efficienza e contesto
La resa energetica
di un impianto BIPV dipende da molti fattori:
· Esposizione: meglio superfici ben
orientate al sole, anche se piccole;
· Ombreggiamento: attenzione a tutto
ciò che può creare zone d’ombra (alberi, edifici vicini, balconi…).
· Calore: il rendimento cala
con l’aumento della temperatura, tranne nei moduli in silicio amorfo.
· Manutenzione: pulizia e
monitoraggio regolare per evitare perdite di efficienza o guasti.
La bellezza
dell’energia invisibile
Il fotovoltaico
integrato negli edifici è molto più di una soluzione energetica: è una
visione di futuro, in cui sostenibilità, tecnologia e architettura si fondono
per migliorare la qualità della vita urbana. In un panorama in cui ogni tetto,
facciata o vetrata può diventare una risorsa, il BIPV fotovoltaico è il
simbolo di un cambiamento già in atto. Non si tratta più solo di produrre
energia: si tratta di ripensare il modo in cui costruiamo le città.